venerdì, marzo 02, 2007

Articolo pubblicato sul quotidiano Libero

Ragazzi lo so, è un po' lungo da leggere, ma secondo me ne vale davvero la pena; quindi prendetevi 8 minuti e leggete ciò che ha scritto un collega che non conosco riguardo alla morte del poliziotto assassinato a Catania...
IO, POLIZIOTTO, VI DICO CHI HA UCCISO FILIPPO
"Io ho ucciso Filippo Raciti. Si, l'ho ucciso io. Insieme con molti complici. Gli ho dato un calcio ogni giorno da quasi 15 anni. Ma ero sempre in buona compagnia.Ho cominciato quando sono entrato in polizia consapevole del sistema di raccomandazioni che permetteva di assumere cani e porci, consapevole che, una volta ammesso alla scuola, era automatico arrivare fino alla pensione. Ho continuato frequentando un ridicolo corso di polizia, arrivando ad accettare le giustificazioni dei "docenti" che dicevano "tanto poi imparate tutto su strada".Un calcio a Filippo l'ho dato quando, a 20 anni appena compiuti, mi sono ritrovato con un casco e un manganello in mano a fronteggiare teppisti che ce l'avevano con me malgrado non gli avessi fatto nulla. E ho accettato di farmi insultare e sputare addosso da perfetti sconosciuti. L'ho riempito di calci in 15 anni, a Filippo. E domani tornerò ad indossare la divisa per potergli dare un'altra sprangata.Un pugno gliel'ho dato tutte le volte che ho accettato di farmi comandare da incompetenti che, probabilmente con il solito sistema delle raccomandazioni, sono diventati funzionari o superiori gerarchici nonchè quando per la loro incompetenza ho dovuto subire e rischiare la mia vita e la mia incolumità...e perdere la mia dignità e orgoglio. Un pugno ogni volta che ho accettato di scendere in strada consapevole che dovevo guardarmi prima dai miei superiori che, da dietro una scrivania, non aspettavano altro che infliggere sanzioni disciplinari per soddisfare il loro ego di potere e reprimere il loro senso di nullità.Che dire poi delle bastonate che ho dato a Filippo ogni volta che ho sopportato in silenzio le ingiustizie e l'inosservanza cronica di norme di sicurezza all'interno della Polizia e verso i diritti dei poliziotti stessi.Un colpo ogni volta che ho permesso ad altri di far carriera sulla mia pelle...un colpo ogni volta che ho taciuto per evitare ripercussioni.Ogni giorno mi svegliavo e infilavo la giacca...due pugni a Filippo...poi i pantaloni...due calci a Filippo...la cravatta...un cappio al collo di Filippo...e orgogliosamente andavo su strada a fare la mia parte per "cambiare il mondo". Mentre invece cambiavo solo la vita a qualche prefetto, questore o commissario che, alla festa della Polizia avrebbe potuto vantarsi, elencando una serie di numeri statistici relativi agli arresti e persone controllate durante l'anno. Chissà perchè tra quelle statistiche provinciali non ci sono mai i numeri dei poliziotti feriti o morti durante l'anno. Che schifo! Siamo numeri, solamente numeri.Ho colpito Filippo al fegato anche quando ho accettato di svolgere una mansione sminuente rispetto alla mia qualifica, pur di smettere di combattere contro i mulini a vento. Hanno vinto loro. E l'ho colpito ogni giorno, da 15 anni, dicendomi "Dai! Continua a crederci! Vedrai che domani sarà diverso!", illudendo la gente che mi vedeva passare in divisa credendo in me.Insieme con me, a uccidere Filippo, c'erano tutti i nostri "sindacati" di polizia. Quelli delle campagne di tesseramento e dei volantini affissi in bacheca. Quelli che ogni mese ci portano via una quota del già magro stipendio. Gli stessi sindacati che pensano più agli interessi propri o dei figliocci che a quelli di categoria. Quelli che non hanno mai saputo imporsi. Quelli che non hanno mai voluto imporsi. Ci sono i sindacati che non riescono a farsi ascoltare dai cittadini, limitando le loro sterili discussioni e vantando i loro mediocri risultati solo all'interno degli uffici istituzionali.Quelli che permettono che noi poliziotti e la categoria delle forze dell'ordine rimangano gli ultimi veri servi dello Stato. Utili come valvola di sfogo della popolazione verso questo o quel governo. Utili per imporre regole più o meno ingiuste nei confronti del popolo, tanto noi non abbiamo diritto di sciopero! Noi non abbiamo diritto di lamentarci! E, se lo facciamo, facciamolo in silenzio altrimenti il mobbing o i procedimenti disciplinari sono dietro l'angolo!I sindacati che ancora non sono riusciti a modificare una legge vecchia di 25 anni, un regolamento altrettanto vecchio, ma che permette ai soliti "potenti" di punire arbitrariamente chiunque provi a ribellarsi al sistema.Una buona parte, nell'assassinio di Filippo, l'ha fatta anche la magistratura, con l'interpretazione dell'"obbligo giuridico di esporsi al pericolo". Ci dicono ogni giorno <>. E vedi in tv quattro poliziotti o carabinieri accerchiati da 50 delinquenti armati di bastoni, spranghe, cinture, catene, che cercano di fuggire inutilmente, mentre vengono colpiti alla testa, al corpo, in una maschera di sangue. Ma quei quattro si guardano bene dall'estrarre l'arma e sparare nel diritto previsto dall'articolo 52 del codice penale. Il giorno dopo potrebbe esserci un magistrato che ritiene che i 50 teppisti avevano l'intenzione solo di causare lesioni per cui l'uso delle armi non era legittimo e proporzionato. E via in galera! Nella migliore delle ipotesi vieni assolto...ma al morto proporrano di intitolare una piazza come ai martiri, mentre a chi si è difeso rimarrà sempre un'ombra addosso.Non ti ho mai conosciuto Placanica ma ti voglio bene come ad un fratello. Io ho migliaia di fratelli in Italia. I più cari sono quelli che siedono col culo su un sedile di una Volante e una Gazzella...Quante coltellate che ha dato questa magistratura a Filippo!Insieme a me, per uccidere Filippo, c'erano anche i mass media (chiamati anche "opinione pubblica") gestita da poche persone che sono "uno e tutti". Le stesse persone che spesso se ne escono dichiarando "tutta l'Italia è sconvolta per quanto è accaduto a X o a Y..." comprendendo anche me nell'espressione "tutta l'Italia" ma dimenticandosi di non aver mai chiesto la mia opinione.Gli stessi mass media che mettono in onda programmi televisivi sui carcerati, dipingendoli come vittime di questa società ingiusta e crudele che li ha privati della libertà, dimenticandosi però di andare a chiedere l'opinione a chi, ad opera di quella gente, è stata violentata fisicamente e moralmente.I mass media che crocifiggono dei carabinieri, con l'invito a nozze per la magistratura, ripresi con un telefonino mentre pestano un extracomunitario. Non danno però peso al fatto che il soggetto aveva pagine di precedenti penali (e malgrado ciò era in libertà), era ubriaco, aveva provocato e resistito ai carabinieri. Non danno peso al fatto che chi aveva fatto le riprese probabilmente era un suo compare di cella. Ciò che conta per i giornalisti è la notizia raccontata nella maniera da creare più scandalo possibile e da fare maggior ascolti e vendite possibili. E via un'altra coltellata a Filippo che muore insieme alla dignità dei carabinieri, sputtanati e accusati per aver reagito a uno scarto della società (tra l'altro neanche nostro) che si lamenta di non avere soldi e lavoro ma che non rimane mai privo di sigarette, telefono cellulare e soldi per bere (probabilmente gli vengono dati anche dai sussidi pubblici).A colpire al fegato Filippo, inutile dire che c'erano tutti i politici degli ultimi 25 anni.Quelli del buonismo e del perbenismo, nonchè dell'utopia. Quelli che ti vogliono imporre tutto, anche come devi parlare. Quelli che fanno diventare i muti dei "preverbali" ed i disabili dei "diversamente abili", i carnefici delle vittime, quelli che hanno permesso di arrivare alla situazione odierna con Leggi e regole ad hoc per i delinquenti e contro le brave persone in nome di una Costituzione che interpretano tutta a modo loro (insieme con la Corte Costituzionale) in barba alla inesistente sovranità popolare. Quelli che hanno gradualmente tolto alle forze dell'ordine la possibilità pratica di impedire e reprimere i reati. Quelli che hanno impedito ci fosse la certezza della pena. Quelli che hanno abrogato l'oltraggio a pubblico ufficiale costringendolo a tutelarsi, anche se operante per motivi di servizio imposti dalla Legge, come se fosse un comune cittadino, con relative spese e beghe. Quei politici che però si sono ben guardati dall'abrogare il reato di oltraggio ad un magistrato in udienza.Quei politici che non si chiedono il perchè le forze dell'ordine sono la categoria con il maggior numero di suicidi in assoluto.Quei politici che mettono in Parlamento, a rappresentare anche me, persone che hanno contribuito a uccidere miei colleghi. O che scrivono su giornali, o che occupano posti da pubblici dipendenti.Gli "onorevoli" che stanno riempiendo talk show di belle parole e che tra poco torneranno solo a pensare al loro orticello, abbassando gli stipendi a noi e aumentandoseli per loro (oa togliere la pensione a noi per potersi pagare la loro pensione d'oro dopo pochi mesi di dissennata legislatura).Infine, ad uccidere Filippo, c'erano con me 56.000.000 di italiani. 56 milioni di pecoroni, i quali, finchè hanno ancora 10 euro per andare alla domenica allo stadio, accettano tutto a testa bassa, permettono questo scempio, nella piena indifferenza da una parte, e nel terrore dall'altra, verso un sistema punitivo creato in danno di chi ha qualcosa da perdere.Un sistema che mi porta a tremare nello scrivere queste parole, consapevole delle ripercussioni che possono crearmi perchè il regolamento non ammette denigrazione verso l'amministrazione della pubblica sicurezza, e che esprimo per lo sdegno che ha superato il livello di paura!Io, poliziotto, che devo difendere i diritti di tutti, ma senza neanche il diritto, se non a caro prezzo, di esprimere la mia opinione!Ho fatto i nomi di alcuni miei complici nell'omicidio. Probabilmente ce n'erano tanti altri nel gruppo che nel caos dei tafferugli ho dimenticato. Però quelli che contano li ho messi tutti, in ordine di gravità degli errori. In pratica ci sono tutti i componenti di una società che, nel caso di quella italiana, si riconosce in un "regime democratico anarco-dittatoriale".Ci sono tutti i componenti di ciò che forma uno Stato. Perchè quello di Filippo è stato un omicidio voluto di Stato.
Danilo Raffaelli, agente di polizia - Rimini

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Veramente belle parole!
Complimenti Danilo!

Anonimo ha detto...

Dura, cruda ma vera testimonianza dettata dall'intolleranza nei confronti di questo sistema... sante parole...

AGO